Rivivere l’atmosfera di Greccio nel 1223 in Piazza San Pietro a Natale 2023

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129266728_418482769526570_7970209234519654194_nLa rappresentazione della Natività in Piazza S. Pietro e nell’Aula Paolo VI proverranno dalla Valle Reatina nella Diocesi di Rieti, mentre l’ albero di Natale arriva dall’alta valle Maira

Ottocento anni fa, san Francesco d’Assisi volle realizzare il primo presepe e Onorio III approvava per i Frati Minori la Regola Bollata. “Nel ricordo di questo duplice anniversario, la rappresentazione della Natività in Piazza San Pietro e nell’Aula Paolo VI di quest’anno proverranno dalla Valle Reatina nella Diocesi di Rieti, mentre il monumentale albero di Natale arriva dall’alta valle Maira, nel comune di Macra, in Diocesi di Saluzzo e provincia di Cuneo”.

A diffondere la notizia è un comunicato stampa del Governatorato S.C.V. “La tradizionale inaugurazione del Presepe e l’illuminazione dell’albero di Natale si terranno in Piazza San Pietro, sabato 9 dicembre, alle ore 17,00. La cerimonia sarà presieduta dal Cardinale Fernando Vérgez Alzaga, Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, alla presenza di suor Raffaella Petrini, Segretario Generale dello stesso Governatorato. Al mattino, le Delegazioni di Rieti e di Macra saranno ricevute in udienza da Papa Francesco per la presentazione ufficiale dei doni”, si legge ancora nella nota che presenta l’evento di inaugurazione.

“Vuole far rivivere l’atmosfera del Natale 1223 il Presepe in piazza San Pietro, quando san Francesco, di ritorno da un viaggio in Terra Santa, chiese di rievocare la nascita di Gesù, di farlo proprio in un paese che gli ricordava Betlemme: Greccio, un borgo nel reatino immerso tra le rocce a 700 metri di altezza”, riporta la nota spiegando il perchè di questa scelta.

“Piazza San Pietro si trasforma, quindi, in una ideale Greccio, dove intorno alla greppia e al bue e all’asinello, vengono collocati pochi personaggi: quelli che realizzarono il desiderio del Poverello, come il nobile Giovanni Velita e sua moglie Alticama, tre frati compagni del Santo e alcuni pastori. La memoria torna a quanto narrato da Tommaso da Celano, che descrisse il primo presepe vivente della storia. Si è scelto di immaginare quanto avvenne allora attraverso una rappresentazione artistica. La scena vede al centro l’affresco della grotta di Greccio davanti al quale un frate minore celebra la messa, in presenza di san Francesco con in braccio il Bambinello e la Madonna. Accanto San Giuseppe in adorazione e il bue e l’asinello”, così evoca il comunicato quello che sarà il presepe 2023.

“La struttura vuole ricordare la roccia del Santuario di Greccio con un simbolico abbraccio al colonnato di Piazza San Pietro ed è collocata sopra a una base ottagonale in ricordo degli ottocento anni dell’evento – si legge ancora – Intorno, una vasca dove scorre il fiume Velino con le sue acque che dalla Valle Santa giungono fino a Roma. L’acqua rimanda anche al Cantico delle Creature e alla millenaria storia della valle così ricca di acque, a cui sono legate le vicende delle popolazioni che l’abitano e l’hanno abitata”.

L’opera è stata realizzata dagli esperti artigiani che hanno interpretato il disegno del presepista Francesco Artese. I personaggi, di grandezza naturale, sono in terracotta dipinta (testa, mani e piedi) montati su una struttura in ferro impagliata con vestiti dell’epoca (1200).

Ma non solo Piazza San Pietro. Anche nell’Aula Paolo VI, migliaia di tessere di vetro veneziano narreranno la rappresentazione della nascita di Gesù. Ad accoglierlo, come ottocento anni fa, San Francesco e Santa Chiara che, nonostante non fosse presente nella notte di Greccio, simboleggia la presenza dell’universo femminile del francescanesimo. L’opera è realizzata dall’artista del mosaico Alessandro Serena di Spilimbergo (Pordenone).

Il comunicato fa sapere che al termine dell’esposizione in Vaticano, le opere monumentali saranno esposte permanentemente nella città di Rieti.

E passiamo all’albero di Natale in Piazza San Pietro. Un abete bianco, alto quasi 25 metri, che proviene da un territorio particolarmente verde, l’alta valle alpina che prende il nome dal torrente che la percorre nella sua lunghezza: il Maira, nel comune di Macra. “Il comune di Macra ha saputo diventare il punto di congiunzione tra la bassa e l’alta valle Maira, un luogo di soste e di scambio. Il Comune si trova a 875 metri di altitudine, ed è costituito da 17 borgate e frazioni. Nasce nel 1928 dalla fusione di Alma ed Albaretto, creati come comuni autonomi nel 1602. Ed è proprio dai parrocchiani di Albaretto di Macra, pochi abitanti fieri delle tradizioni delle genti di montagna e fortemente motivati al rilancio, che è nata l’iniziativa di donare l’albero di Natale a Papa Francesco. Si tratta della volontà di riscatto di una piccola comunità che, col suo gesto, vuole testimoniare la vicinanza al Pontefice. La donazione è stata resa possibile con il contributo del comune di Cuneo”, si legge nella stessa nota.

“Una particolarità riguarda l’addobbo, che è all’insegna della cura della Casa comune, nello spirito dell’enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco. È molto diverso rispetto agli anni passati, ed è caratterizzato dalla presenza sull’albero di migliaia di stelle alpine della ditta Piumatto della Edelweiss di Villar San Costanzo. Simboleggiano la neve e portano in Piazza San Pietro il fiore che caratterizza la valle Maira. È molto importante considerare che le stelle alpine vivono allo stato naturale oltre i 1800 metri di altitudine. L’azienda, che ha come obiettivo la salvaguardia ambientale, le coltiva in pianura senza compromettere quelle allo stato naturale, per cui esse vengono in questo modo preservate per tutelare la flora tipica della montagna”, specifica la nota sempre nello spirito della Laudato Si’.

L’allestimento dell’illuminazione e la cerimonia sono, come di consueto, curate dalla Direzione delle Infrastrutture e Servizi del Governatorato e dal Coordinamento Eventi del Governatorato.

(Fonte acistampa.com)

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