Oggi è la festa di San Francesco, il nostro “primo” presepista! 

Presepio.Porziuncola.Assisi.2022 (1)

Presepio.Porziuncola.Assisi.2022 (1)Nel giorno tra il 3 e il 4 Ottobre 1226, circa 8 secoli fa lasciava questa terra San Francesco, uno dei Santi più amati e conosciuti di sempre. Per noi presepisti è colui che ha inventato il primo vero presepe, e ancora oggi, ogni Natale, con la nostra piccola o grande opera ricordiamo quella sua prima rappresentazione.

Vogliamo ricordarlo nel giorno della Festa Liturgica, dove si racconta le sue ultime ore terrene: anche nei suoi ultimi istanti di vita il suo amore incondizionato si esprime in tutta la sua forza. Il Santuario della Porziuncola custodisce, da circa otto secoli, i luoghi della vita di Francesco d’Assisi e della nascente fraternità minoritica. La Porziuncola, per volontà dello stesso Francesco, è anche il luogo della morte del santo d’Assisi.

Dimorava allora il Santo nel palazzo del vescovo di Assisi, e pregò i frati di trasportarlo in fretta a Santa Maria della Porziuncola, volendo rendere l’anima a Dio là dove, come abbiamo detto, per la prima volta aveva conosciuto chiaramente la via della verità (FF 507).

Qui la sera del 3 ottobre del 1226 accolse cantando Sorella morte:

Laudato si, mi Signore, per sora nostra Morte corporale,

da la quale nullo omo vivente po’ scampare.

Guai a quelli che morranno ne le peccata mortali!

Beati quelli che troverà ne le tue sanctissime voluntati,

ca la morte seconda no li farrà male (FF 263).

Qui Francesco ha compiuto il suo transito dal tempo all’eternità.

Poi si fece portare il libro dei Vangeli, pregando che gli fosse letto il brano del Vangelo secondo Giovanni, che inizia con le parole: Sei giorni prima della Pasqua, sapendo Gesù ch’era giunta l’ora di passare da questo mondo al Padre (Gv 12,1; 13,1).

E dato che presto sarebbe diventato terra e cenere, volle che gli si mettesse indosso il cilicio e venisse cosparso di cenere.

E mentre molti frati, di cui era padre e guida, stavano ivi raccolti con riverenza e attendevano il beato «transito» e la benedetta fine, quell’anima santissima si sciolse dalla carne, per salire nell’eterna luce, e il corpo s’addormentò nel Signore.

Uno dei suoi frati e discepoli vide l’anima del santissimo padre salire dritta al cielo al di sopra di molte acque; ed era come una stella, grande come la luna, splendente come il sole e trasportata da una candida nuvoletta (FF 511-513).

Nel giorno della Festa del Serafico d’Assisi, che da inizio nella preparazione dei tanti presepi e natività, possa arrivare il messaggio di pace.

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