San Pio da Pietrelcina ed il Natale

presepio

presepioDi fronte a Gesù Bambino, il “Dio umanato”, come lo chiamava con un termine arcaico ma di profondo significato, Padre Pio provava una tenerezza infinita, che lo attanagliava, lo commuoveva fino alle lacrime. La sua spiritualità, impastata di emozioni vere, semplici e forti, di partecipazione, di dolcezza, di compassione, di affetto, trovava una piena sintonia nel mistero della nascita di Cristo, perché vedeva in quell’evento un amore smisurato di Dio nei confronti dell’uomo.

Tutte le persone che hanno conosciuto Padre Pio e sono vissute accanto a lui, sono concordi nel riferire che il Natale era la festa liturgica che più sentiva. Si preparava a questa ricorrenza con una meticolosità straordinaria e la celebrava con un trasporto che incantava. E questo lo fece sempre. Sia da giovane che da anziano. Padre Ignazio da Ielsi, che fu superiore del convento di San Giovanni Rotondo dal 1922 al 1925, quando cioè Padre Pio era giovane e aveva da poco ricevuto le stigmate, scrisse nel suo “Diario”: <<E’ inutile dire con quanta passione Padre Pio celebra il Natale. Sempre vi pensa. E conta i giorni che lo separano da un Natale all’altro. Gesù bambino per lui è un’attrazione specialissima. Basta sentire il suono di una pastorale, della ninna-nanna, per sollevare lo spirito sù sù, tanto che a guardarlo sembra in estasi>>. Padre Pio fu sempre un religioso umile, riservato. Non chiedeva mai niente per sé. Si riteneva l’ultimo dei confratelli. Ma la Messa della notte di Natale amava celebrarla lui nella chiesetta di San Giovanni Rotondo. Essendo una cerimonia solenne, sarebbe spettata, di diritto, al Superiore del convento. Ma sapendo con quale desiderio quella cerimonia era ambita da Padre Pio, i vari Superiori gliela facevano sempre celebrare a lui. Era un rito che rimaneva indimenticabile per tutti coloro che avevano la fortuna di assistervi. Durava a lungo. A volte finiva alle cinque del mattino. Raggiungere il convento, soprattutto negli Anni Venti e Trenta, era un’impresa. La strada, una mulattiera sassosa che dal centro abitato portava al conventino, era quasi sempre, in quella stagione, coperta da neve e ghiaccio. Spesso in quella notte nevicava e faceva molto freddo. Eppure, erano moltissime le persone che affrontavano quell’impresa per essere presenti alla Messa di Natale di Padre Pio. Prima della cerimonia, il Padre si intratteneva con la gente e il suo viso appariva già trasfigurato. Lucia Iadanza, sua figlia spirituale, ricorda, in alcune pagine di Diario, un fatto strepitoso accaduto la notte del 24 dicembre 1922. <<I frati avevano portato un grande braciere in sacrestia e molte persone stavano intorno per scaldarsi. Recitavamo il rosario in attesa della Messa. Padre Pio pregava in mezzo a noi. Ad un tratto, in un alone di luce, tra le sue braccia vidi apparire Gesù Bambino. Il volto del Padre era trasfigurato, i suoi occhi rivolti a quella figura di luce che aveva tra le braccia, le labbra aperte in un sorriso stupito. Quando la visione svanì, il Padre, da come lo guardavo, si rese conto che avevo visto tutto. Mi si avvicinò e mi disse di non parlare con nessuno>>. In un’altra occasione, testimone di un fatto simile fu Padre Raffaele da Sant’Elia a Pianisi, che visse accanto a padre Pio 35 anni. Aveva la camera accanto a quella di Padre Pio. <<Mi ero alzato per scendere in chiesa per la Messa di mezzanotte del Natale del 1924>>, ha lasciato scritto. <<Il corridoio era immenso nell’oscurità, rotta dalla piccola fiamma di un lumicino a petrolio. In quella penombra vidi che anche Padre Pio stava scendendo in chiesa. Era uscito dalla sua cella e procedeva nel corridoio a passi lenti. Mi resi conto che era avvolto in un alone di luce. Guardai meglio e vidi che aveva tra le braccia Gesù Bambino. Rimasi allibito sulla porta della mia cella. Mi inginocchiai. Padre Pio passò accanto a me tutto raggiante, e non si accorse neppure della mia presenza>>.

(Fonte www.parolerubatealvento.it)

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